Nel ’26
il fascismo vara le leggi eccezionali, sciogliendo i
partiti antifascisti e arrestandone i dirigenti. I
vertici riformisti decretano l’autoscioglimento del
sindacato unitario. Una decisione alla quale i comunisti
si oppongono fieramente.
Carlo, che ha solo 24 anni, ma
conta già una lunghissima esperienza di lavoro
sindacale, viene incaricato dal Comitato Centrale del
PCd'I di ricostituire la Confederazione sindacale nei
principali centri industriali. Il partito chiede a Carlo
di lasciare il lavoro e di entrare in clandestinità.
E'
una svolta radicale nella vita dell'ex operaio legnanese,
che abbandona la famiglia e si dedica a tempo pieno
all'attività politica. Carlo scrive sull’Unità clandestina del 5
febbraio 1927 un editoriale che annuncia la rinascita
della Confederazione. In quei giorni è a Torino,
responsabile della Camera del Lavoro clandestina,
impegnato soprattutto nel tentativo di ricostruire il
sindacato alla Fiat. |