Il circolo socialista di Legnano diretto da Carlo e Mauro ha quasi un centinaio di aderenti nel 1920, quando a Imola si fonda la frazione comunista del PSI, alla quale i giovani legnanesi aderiscono in blocco. Alla scissione di Livorno, nel gennaio 1921, quando i delegati comunisti lasciano il congresso del PSI per fondare il PCd’I, il 90% degli iscritti al circolo segue i due Venegoni nel nuovo Partito Comunista.
Insieme costituiranno per oltre due decenni il nucleo forte dell’opposizione antifascista nella zona, fino al ’45. Carlo assume subito importanti responsabilità nel nuovo partito, diventando capo zona dell’Alto milanese.
Dopo poche settimane convulse, il movimento dell’occupazione delle fabbriche si esaurisce. I lavoratori ottengono piccole concessioni, rapidamente vanificate nei mesi successivi. E si apre la polemica all’interno della CGdL e del Partito socialista, accusato da molti di non aver saputo offrire uno sbocco politico al movimento.
Terminata la vampata, il padronato presenta il conto, ed è un conto salato. Migliaia di lavoratori perdono il lavoro. Tra di essi anche Carlo, licenziato in tronco dalla Franco Tosi. I giovani Venegoni imparano sulla propria pelle che la coerenza si paga, senza sconti