Saggi e interventi

Ricerche e impegno civile

In oltre trent’anni di lavoro volontario specialmente per l’Associazione degli ex deportati mi è capitato di scrivere saggi e articoli, ma anche di realizzare mostre, film e altro. Qui una sintesi dei principali lavori.

Mauro Venegoni e i suoi fratelli

La vita e le battaglie di una famiglia antifascista di Legnano

di Renata Pasquetto

in collaborazione con Dario, Marina e Mauro Venegoni
Prefazione di Aldo Tortorella

Mimesis

Milano, maggio 2023

Volti nel Lager

Ritratti eseguiti nel 1944 a Fossoli e a Bolzano da Armando Maltagliati e Lodovico Belgiojoso

Catalogo della mostra di disegni e acquerelli

a cura di Anna Chiara d’Aloja e Dario Venegoni

Progetto grafico: Ugo Nardini . Coordinamento. Lucia Tubaro. Amministrazione: Mari Pagani. Ufficio stampa: Pippi Passigli

Seconda edizione riveduta e ampliata Milano, maggio 2023

Pericolosi in linea politica

Resistenza, antifascismo, deportazione e pacifismo dei fratelli Spaziani in Veneto

di Andrea Maori

Prefazioni di Mao Valpiana e Dario Venegoni

Cierre edizioni

Verona, maggio 2023

Progettare la memoria

Lo Studio BBPR, i monumenti, le deportazioni

Mostra fotografica e documentaria dell’ANED
a cura di Giuliano Banfi, Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi

Fotografie di Nanni Fontana
Grafica di Eva Carini
Allestimento Studio Navone
Consulenza scientifica: Maria Vittoria Capitanucci

Milano, gennaio 2023

Menestrella nel Lager

Disegni e filastrocche di Aura Pasa
Bolzano 1944-45

Mostra dell’ANED
a cura di
Dario Venegoni, Tiziana Valpiana ed Eugenio Iafrate

Coordinamento Lucia Tubaro
Grafica Ugo Nardini

Milano, gennaio 2023

La narrazione pubblica in Italia dimentica la deportazione politica

di Dario Venegoni

Intervento pubblicato sul quotidiano Domani  nell’imminenza del Giorno della Memoria

Leggi il testo dell’articolo

Roma, 25 gennaio 2023

Noi vi ricordiamo

Video-intervento di Dario Venegoni

Diretta Facebook ANPI-ANED in occasione del Giorno della Memoria 2023

Interventi di Edith Bruck, Gianfranco Pagliarulo e altri.

Vedi la registrazione sulla pagina Facebook dell’ANED

Riaffiorano le nostre vite

di Dunja Breur

Traduzione di Franco Tirletti

Introduzione di Dario Venegoni

Enciclopedia delle Donne – ANED

Milano 2022

Ho fatto la partigiana

Vita e militanza di Franca Sosi Turra nella Bolzano in guerra

Kit didattico a cura di Greta Fedele e Sara Troglio

Grafica: Erica Picco.
Coordinamento: Lucia Tubaro e Dario Venegoni
ottobre 2022

Il testo integrale del Kit dal sito ANED

Giorno della Memoria, il silenzio sui “triangoli rossi”

di Dario Venegoni

Articolo sulla rivista dell’ANPI Patria del 20 gennaio 2022

Leggi l’articolo sul sito dell’ANPI

Reprimere, obbedire, deportare

Dal Tribunale Speciale alla Repubblica sociale

Kit didattico a cura di
Greta Fedele e Sara Troglio

Grafica: Erica Picco.
Coordinamento: Dario Venegoni
2021

Il testo integrale del Kit

Calendario ANED 2022

testi di Dario Venegoni

Progetto grafico: Ugo Nardini

Coordinamento editoriale: Lucia Tubaro

Pubblicazione: novembre 2021

Storia e memoria delle deportazioni nazifasciste

Corso online a cura del Laboratorio Lapsus per conto di ANED

Presentazione di
Dario Venegoni 

Pubblicazione: maggio 2020 sulla piattaforma eduopen.org

Volti nel Lager

Ritratti eseguiti nel 1944 a Fossoli e a Bolzano da Armando Maltagliati e Lodovico Belgiojoso

Mostra di disegni e acquerelli

a cura di Anna Chiara d’Aloja e Dario Venegoni

Progetto grafico: Ugo Nardini . Coordinamento. Lucia Tubaro. Amministrazione: Mari Pagani. Ufficio stampa: Pippi Passigli

 Prima esposizione: gennaio 2019 Milano

Arte, testimonianza, memoria

Mostra dei frammenti originari del Memoriale dipinto da Pupino Samonà

A cura di
Giuliano Banfi, Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi

 Prima esposizione: gennaio 2020 Milano

Memoria nella pietra

Monumenti dedicati e lapidi in memoria della deportazione spezzina

A cura di Doriana Ferrato

Presentazione di Dario Venegoni

 ANED La Spezia, 2018

Criminali nel campo di concentramento di Bolzano

Costantino Di Sante

Saggio su
Stampe e documenti dalla tipografia del campo

A cura di Dario Venegoni 

Edition Raetia
Bolzano 2017

Calendario del campo di Bolzano

A cura di Dario Venegoni

Estratto da
Il popolo numerato.Civili trentini nel Lager di Bolzano 1944-1945

a cura del Laboratorio di Storia di Rovereto

Provincia autonoma di Trento, Trento 2017

Leggi il testo in formato PDF sul sito ANED
Quel tempo terribile e magnifico

Ada Buffulini

Lettere clandestine da San Vittore e dal Lager di Bolzano e altri scritti

A cura di Dario Venegoni 
Prefazione di Tiziana Valpiana

Il testo integrale del libro sul sito ANED

ANED/Mimesis
Milano, 2015

I deportati politici dell'Alto Milanese nei Lager nazisti

I deportati politici dell’Alto Milanese nei Lager nazisti

Luigi Marcon, Giancarlo Restelli, Alfonso Rezzonico

Busto Arsizio, Gallarate, Arluno-Castano Primo, Legnano, Magenta, Rho Saronno

Prefazione di Dario Venegoni

Mimesis/ANPI
Milano, 2014

Lelio Basso

Lelio Basso

Autori vari

Edizioni Punto Rosso

Saggio di Dario Venegoni:
Lettere dal Lager

Milano, 2012

E come potevamo noi cantare copertina film deportati
E come potevamo noi cantare

Milano 1943 – 1945. Le deportazioni

Un film di Vera Paggi, Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi Regia di Massimo Buda Fotografia di Paola Nessi
La tragedia dei campi nazisti nella voce dei superstiti e dei figli dei deportati
Guarda il film su Youtube

Milano, 2011

Copertina i nuovi testimoni del Lager
I nuovi testimoni dei Lager

A cura di Stefano Ranieri e Dario Venegoni

Figli e nipoti di deportati raccontano
Con un saggio di David Bidussa

ANED Milano/Mimesis
Milano, 2010

copertina_lucchi

Li presero ovunque

Olga Lucchi

Storie di deportati umbri

Introduzione di Dario Venegoni 

Mimesis
Milano, 2010

Gli eroi del Ceresio

Enrico Fuselli e Gerardo Severino

Presentazione di Dario Venegoni 

Museo storico della Guardia di Finanza
Roma, 2010

Un viaggio nel tempo

Il Lager di Bolzano ricostruito in 3D e animato

deazione: Olga Lucchi e Dario Venegoni. Consulenza per le immagini e i contenuti: Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi. Mediazione con il carcere di Spoleto: Olga Lucchi e Daniela Masciotti. Realizzazione grafica e animazione: Ye Jian Dong e Giovanni Spada. Tema musicale: Hell I, di Giovanni Sollima, per gentile concessione di Giovanni Sollima e Dedalo snc

CD, 2010

Oltre quel muro

La Resistenza nel campo di Bolano

Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi

Mostra documentaria in 26 pannelli

Milano, novembre 2007

La parola a figli e nipoti

A cura di Oscar Brambani e Dario Venegoni

La memoria della deportazione nel racconto dei familiari

Prefazione di Bruno Maida
Il testo integrale del libro (dal sito www.deportati.it)

ANED Milano/Mimesis
Codice ISBN 978-88-8483-575-8 
Milano, marzo 2007

Kalendarium

Danuta Czech

Gli avvenimenti del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau 1939 – 1945

Traduzione di Gianluca Piccinini
Coordinamento redazionale di Dario Venegoni

Mimesis, Milano 2007

La tragica avventura

Memorie di un sopravvissuto dei campi di Mauthausen e Gusen II

Prima edizione online e note a cura di Dario Venegoni. 

Milano, novembre 2006

Un evangelico nel Lager

Giorgio Bouchard e Aldo Visco Gilardi

Fede e impegno civile nella vita di Ferdinando e Mariuccia Visco Gilardi

Saggio su L’avventura di ‘Giacomo’ e ‘Marcella’

Claudiana, Torino 2005

Uomini, donne e bambini nel Lager di Bolzano

Una tragedia italiana in 7.982 storie individuali.

Dario Venegoni

Una ricerca che per la prima volta restituisce un nome all’80% dei deportati in questo Lager.
Seconda edizione riveduta e ampliata.
Mimesis, Milano 2005
Il testo integrale del libro (sito www.deportati.it)

Dall’internamento alla libertà

Il campo di concentramento di Colfiorito.

A cura di Olga Lucchi

Saggio di Dario Venegoni su “Carlo Venegoni tra carcere, internamento e deportazione”.
Editoriale Umbra, Foligno 2004

Il testo integrale del libro (sito www.deportati.it)

Alice racconta

Una famiglia ebrea in fuga dai nazifascisti da Vienna a Ferramonti a Bergamo

A cura di Riccardo Schwamenthal

Prima edizione online 2004 a cura di Dario Venegoni.

Diario di prigionia

Calogero Sparacino

A cura di Ada Buffulini 

Fondazione Memoria della Deportazione 

Seconda edizione a cura di Dario Venegoni.
Il testo integrale del libro (sito www.deportati.it)

Milano, febbraio 2003

Quattro uomini liberi

La vita e le battaglie dei fratelli Carlo, Mauro, Pierino e Guido Venegoni

Libro + Cassetta VHS (78 minuti) – Registrazione della serata straordinaria in memoria dei fratelli Venegoni (20 maggio 2002, piccolo Teatro di Milano) con Paola Cereda, Sergio Cofferati e Moni Ovadia. Testo di Paola Cereda, in collaborazione con Dario e Mauro Venegoni. Immagini a cura di Marina Venegoni.

Ediesse, Roma, 2003

Quattro uomini liberi

Le passioni e le battaglie di Carlo, Mauro, Pierino e Guido Venegoni

Mostra documentaria in 32 pannelli a cura di Marina e Dario Venegoni.
Guarda la mostra (PDF, 6,4 MB).

Inaugurazione: Milano, maggio 2002

Piccola grande storia

Ideatore e curatore della collana di memorialistica di testimoni della guerra, della Resistenza e della deportazione pubblicata sul sito dell’ANPI.

Marzo 2002

Danuta Czech: “Kalendarium”
“Gli avvenimenti nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, 1939-1945”. Curatore della prima edizione italiana, pubblicata sul sito dell’ANED. Traduzione di Gianluca Piccinini.
Il testo integrale del libro (sito www.deportati.it)

27 Gennaio 2002

Mariano Barletta: “Tra marosi e nebbie”

Memorie di un superstite dell’eccidio di Cefalonia (1943). Curatore della prima edizione italiana, pubblicata il 25 Aprile 2001 sul sito dell’ANPI.

25 Aprile 2001

Testimoni

Ideazione e produzione del film “Testimoni” realizzato per conto dell’ANED nel cinquantesimo anniversario della liberazione dei campi nazisti. 

Regia di Anna Missoni.

Milano, aprile 1995

Triangolo Rosso

Tra il 1993 e il 1999 direttore della rivista dell’Associazione Nazionale Ex Deportati

Medaglia d'Oro al Valor Militare

Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria di Mauro Venegoni:

Venegoni Mauro, nato a Legnano (Milano) il 4 Ottobre 1903. Ardente patriota era tra i primi a costituire le formazioni partigiane nella sua zona partecipando con esse per oltre un anno a numerosi combattimenti, sempre distinguendosi per capacità e coraggio. Catturato veniva sottoposto alle più atroci torture, ma nulla rivelava che potesse tradire i commilitoni e la Resistenza. La sua indomabile fede non veniva scossa nemmeno allorché il nemico ne straziava barbaramente il volto ed il corpo, accecandolo prima e poi uccidendolo. Luminoso esempio di sublime sacrificio e di ardente amor di Patria. Valle Olona – Busto Arsizio, 8 Settembre 1943 – 31 Ottobre 1944“.

I solenni funerali di Mauro

Il 25 ottobre 1945, a un anno quasi esatto dal martirio di Mauro, il corpo martoriato del caduto viene accompagnato con un interminabile corteo a Busto Arsizio e infine a Legnano, dove viene sepolto nel campo del cimitero riservato ai partigiani. Il feretro è seguito da un’enorme folla, in un clima di vivissima emozione. Diversi decenni dopo prima  Pierino (scomparso nel 1965) e poi Carlo (morto nel 1983) saranno sepolti accanto al fratello ucciso dalle camicie nere

Il cippo sul luogo del ritrovamento del corpo

Sul luogo dove il corpo martoriato di Mauro fu abbandonato, sulla strada tra Cassano Magnago e Legnano, sorge un cippo commemorativo. Tutti gli anni, nella domenica più vicina al 31 ottobre, centinaia di persone si ritrovano in una manifestazione unitaria antifascista.

La "vacanza" di Mauro a Istonio

Mussolini? Non ha mai ammazzato nessuno.
Al massimo mandava la gente a fare vacanza al confino

Silvio Berlusconi, settembre 2003

Nelle lettere ai fratelli, Mauro minimizza  le difficoltà della sua vita di internato, ma il resoconto che fa della sua vita non lascia molto spazio ai dubbi. Impossibilitato a lavorare, il recluso è costretto a vivere con un sussidio di 6,50 lire al giorno, che non gli garantisce neppure il minimo indispensabile. Ed è costretto ad attingere alle sue povere riserve, e in particolare alla liquidazione che la Caproni – fabbrica milanese di aerei – è stata infine costretta a versargli, dopo averlo licenziato a causa dell’arresto. Così Mauro scrive il 10 novembre 1940 al fratello Guido:

Io qui continuo a star bene e la salute è ottima. Come già saprai, mi passano £ 6,50 al giorno di ‘mazzetta’ e con queste sono abbonato a due pasti – mezzogiorno e sera -. al Ristorante Nettuno – il quale pasto si compone di una minestra (una fondina) e di una piccola (o polpetta, o spezzatini, o pesce o formaggi o altro, con qualche po’ d’insalata) e un pezzo di pane. Io ora son fortunato che dispongo della liquidazione della Caproni la quale mi servirà per 5-6 mesi ancora a integrare quello che è indispensabile per il nutrimento normale. Spendo in media £ 3 – 3,50 al giorno, compero qualche cosa per far colazione alla mattina, perché a stare dalle ore 18 della sera fino al mezzogiorno del giorno avanti senza ingerire nulla nello stomaco è troppo lunga; fumo per 1 lira al giorno di sigarette e prendo un quarto di vino per pasto, di modo che vengo a spendere (a stare bene abbottonati) una media di 100 lire al mese dei miei.
“Questo mi aiuta molto a stare in salute. Quando saranno finiti… pazienza!”

Un sorriso dal campo di concentramento

Arrestato l’11 giugno 1940 alla Caproni di Milano, dove lavorava, Mauro è inviato al campo di concentramento fascista di Istonio Marina (Vasto, in Abruzzo). La Caproni lo licenzia immediatamente, e non gli paga nemmeno gli stipendi maturati. Mauro rimarrà a Istonio fino al gennaio 1941, quando il direttore del campo scoprirà una organizzazione clandestina da lui diretta insieme a Angelo Pampuri, un altro internato. I due saranno immediatamente trasferiti in punizione al campo di concentramento delle Tremiti, dove Mauro rimarrà segregato fino all’agosto del 1943. Nell’estate del 1940 Mauro invia alla famiglia da Istonio questa foto, nella quale ha quasi l’aria di un villeggiante. Una vela che passa sul mare sembra una piuma del suo cappello; un sorriso gli illumina il volto. A dispetto di questa immagine tranquillizzante, però, le condizioni di vita di Mauro nel campo sono assai dure: praticamente senza risorse economiche, egli fatica a mettere insieme due pasti al giorno. La sua magrezza testimonia delle difficoltà di quegli anni.

In carcere anni di studio fecondo

Per Mauro i lunghi anni del carcere sono molto duri. Le condizioni della famiglia impediscono qualsiasi viaggio fino a Civitavecchia, dove si trova, per una visita. Carlo è in carcere a Portolongone, e i contatti tra i due fratelli sono spesso impediti dai sequestri delle lettere da parte delle rispettive direzioni del carcere. Sono però anche anni di studio fecondo: l’operaio legnanese, che ha imparato il francese nell’emigrazione e che ha condotto uno studio disordinato, da autodidatta, riesce a sfruttare gli anni della forzata inattività per uno studio intenso della storia, della filosofia, della letteratura. Dalla biblioteca del carcere attinge a una serie di grandi classici: Mauro fa sul serio, e non si accontenta di rapide antologie.

Primo presidente dell' ANPI di Legnano

Per vent’anni Pierino Venegoni fu presidente della sezione dell’ANPI di Legnano, intitolata al fratello Mauro, trucidato nel 1944 dalle Camicie nere. In questa immagine vediamo la sua firma in calce alla tessera dell’Associazione partigiana , rilasciata nel 1947 al fratello Carlo.

Il primo comizio della libertà a Legnano

Carlo Venegoni parla al legnanesi da un balcone che dà sulla centralissima Piazza San Magno, al termine della sfilata partigiana. E’ uno dei primissimi comizi dopo la ritrovata libertà. Il palazzo del comizio esiste ancora, così come la farmacia, ancora al suo posto dopo tanti decenni:

La sfilata della liberazione

Guido (a sinistra, con il berretto), Carlo (al centro) e Pierino (a destra della foto) guidano nei primi giorni di maggio del 1945 la sfilata della liberazione che attraversa la loro città, Legnano. Nel tripudio generale sembrano quasi non gioire della ritrovata libertà che pone fine a un intero ventennio di persecuzioni e di privazioni: sono passati solo 6 mesi dall’uccisione di Mauro, e il ricordo di tutti va al fratello selvaggiamente torturato e poi ucciso dalle camicie nere. Al termine del corteo Carlo parlerà nella piazza principale della città: la prima esperienza di democrazia dopo la lunga notte della dittatura.

Coi metalmeccanici in piazza del Duomo

Milano, piazza del Duomo, fine anni Sessanta. Guido Venegoni alla testa di un piccolo gruppo di militanti della FIOM CGIL che portano nel centro le ragioni dello sciopero dei metalmeccanici. Sui cartelli le motivazioni che hanno spinto allo sciopero la categoria, e un appello alla solidarietà.

L' arresto a Vimercate, 11 novembre '44

L'arresto di Guido Venegoni, Eliseo Galliani, Mario Fumagalli

Dai ricordi di Mario Fumagalli: “I partigiani di Ornago, Agrate, Omate, Cambiago e Bellusco”)

L ’11 novembre 1944, in mattinata, nella trattoria del “Valentino”, nei pressi della stazione tranviaria di Vimercate, fummo arrestati io, Guido Venegoni (“Rai”) ed Eliseo Galliani (“Leo”, “Andrea”), classe 1911, di Biassono. Io ricordo benissimo che quell’appuntamento fra noi era stato fissato per esaminare la situazione dell’organizzazione militare della 103a brigata, in quanto dovevano essere sostituiti i due comandanti. La mia presenza era giustificata: in quanto dovevo accompagnare all’appuntamento Guido Venegoni, che era sfollato, sotto falso nome, a Cavenago di Brianza, in via Garibaldi.

Mentre Guido Venegoni ed Eliseo Galliani stavano consultando su un foglio lo schema della nostra brigata, il padrone del negozio ci avvisò che stavano avvicinandosi i fascisti. Si fece appena in tempo a buttare il foglio sul fuoco del camino, che nel locale entrarono i militi della Guardia Nazionale Repubblichina di Vimercate, dichiarandoci in arresto. Il padrone dell’osteria fece anche in tempo ad avvisare del pericolo due partigiani che stavano per recarsi all’appuntamento: uno di loro (nome di battaglia “Rossi”), commissario di tutta la zona e il partigiano “Gigi” Radaelli di Trezzo d’Adda.

Noi tre fummo portati nella Caserma di Vimercate, ove iniziarono gli interrogatori di riconoscimento. In cella, il Galliani mi passò un caricatore intero che aveva ancora con sé; io lo infilai in uno dei miei scarponcini e, dopo aver chiesto di andare ai servizi lo gettai nello scarico. Anche il Venegoni fece sparire dei bigliettini compromettenti, sminuzzandoli e masticandoli. Il Venegoni era da pochi mesi che operava nel Vimercatese (proveniva da un’altra zona, sotto il falso nome di Aldo Frigerio). In caserma i fascisti scoprirono che era di Legnano e fratello di Mauro Venegoni trucidato dai fascisti qualche settimana prima.

A Vimercate siamo stati prelevati dal capo della brigata nera “Montagnoli” di Legnano per essere là fucilati, per rappresaglia, nella Piazza San Magno. Due o tre giorni prima della cattura, un commando di partigiani aveva attaccato diversi posti di blocco a Legnano, a Rho e a Nerviano. A tali azioni aveva partecipato anche il gappista Alberto Gabellini. Nella caserma di Legnano abbiamo sentito i fascisti che dicevano di essere stati informati che tra noi c’era un “colonnello” dei partigiani.

La matricola di Ada Buffulini Bolzano

A Bolzano uomini e donne diventavano numeri. Questi sono il triangolo rosso di deportata politica e il numero di matricola di Ada Buffulini, che nel dopoguerra diverrà la moglie di Carlo Venegoni. L’originale, ritrovato recentemente dopo decenni, si trova ora presso l’Archivio della Fondazione Memoria della Deportazione di Milano.

Il verbale dell'arresto inviato alla Gestapo

"Se ne raccomanda l'invio in campo di concentramento"

GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA
Comando Provinciale di Milano

N. 12275/RS/S. di Prot.
U.P.I.

Milano, 2 settembre 1944 XXII

Oggetto: denuncia

Indirizzi Omessi

Questo ufficio Politico Investigativo

Premesso

che in una perquisizione eseguita nella tipografia “LA MILANESE” in Milano, via Carlo Farini 5, si rinvenivano, provvedendo al loro sequestro, giornali e stampe sovversive nonchè licenze per militari, permessi di circolazione “Z” per autoveicoli e clichès con stampigliature” di caratteri sovversivi;

che si provvedeva quindi al fermo di tali POZZOLI Enrico, proprietario della tipografia, COLOMBO Ambrogio, operaio addetto, e GIUDICI Carlo, operaio della FALCK;

che il POZZOLI ha ammesso di aver provveduto, sin dal 10 settembre I943 e di comune accordo col suo operaio COLOMBO Ambrogio, alla stampa nella sua tipografia, per incarico di un certo ROSSI non meglio identificato di alcuni numeri dei giornali “IL LAVORATORE”, “IL COMBATTENTE”, “L’UNITA”, l’opuscolo “I PRINCIPI DEL LENINISMO”, nonchè “Z” false per la circolazione degli autoveicoli e fogli di licenza falsi per militari; e, per conto sempre del ROSSI, il POZZ0LI avrebbe dovuto stampare blocchetti di ricevute del P.C.I .(Partito Comunista Italiano), libretti di viaggio per autoveicoli, nonchè tessere annonarie per tabacchi;

che il GIUDICI Carlo si rivelò poi in effetti come VENEGONI Carlo di Legnano, ex membro del comitato direttivo della Camera del Lavoro di Torino, già condannato dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato e già internato politico,

Denuncia

a codesta Direzione di Polizia Politica:

POZZOLI Enrico fu Francesco e fu Restelli Luigia nato a Niguarda il 19 febbraio 1895, coniugato, con due figli, tipografo, ariano, cattolico, domiciliato a Triuggio (fra. Zuccone) con tipografia in via Carlo Farini,5,

COLOMBO Ambrogio, di Angelo e di Lunghini Paolina, nato a Milano il 29.10.1911, coniugato con 1 figlio, tipografo, ariano, cattolico, domiciliato a Milano in via A. Volta 19,

VENEGONI Carlo di Paolo e di Stefanetti Angela, nato a Legnano il 7.5.902, residente a Legnano in via Magenta 41, falegname , celibe, ariano, cattolico, condannato politico,

colpevoli tutti dei reati previsti e puniti dagli art. 305, 110, C.P. 144 C.P.M.G., e dagli art. 249, 266, 270, 82, 81 e 58 C.P., per essersi associati onde cospirare politicamente, per aver concorso reati di diserzione stampando licenze false per militari, per aver concorso stampando appositi blocchetti al sovvenzionamento delle bande armate operanti contro la Repubblica Sociale Italiana, per avere, mediante la stampa delle licenze, agevolato militari a disobbedire alle leggi, per avere concorso nel reato di costituzione ed organizzazione di associazioni sovversive, per avere inoltre contraffatto documenti di autorizzazione per la circolazione di autoveicoli e per avere infine stampato clandestini fogli sovversivi; il tutto con l’aggravante della continuazione.

Gli stessi sono stati associati al locale carcere giudiziario a disposizione di codesta Direzione di Polizia Politica e, quali elementi colpevoli in linea politica e pericolosi per la sicurezza interna, vengono proposti per l’invio in un campo di concentramento.

Si propone che gli imputati vengano nuovamente sottoposti a interrogatori da Codesta Direzione onde cercare di apprendere la vera identità del Rossi che al Pozzoli risulterebbe sconosciuto.

Si allegano i verbali degli interrogatori degli imputati, nonché stampa sovversiva e fogli manoscritti ulteriormente rinvenuti, da aggiungersi ai corpi di reato già depositato presso codesta Direzione.

IL DIRIGENTE L’UFFICIO POLITICO INVESTIGATIVO

F/to Magg. Bossi Ferdinando

IL DIRIGENTE L’UFFICIO POLITICO INVESTIGATIVO

F/to Magg. Bossi Ferdinando

p. c. c.

Il Questore

(Firma illeggibile e timbro della Questura Repubblicana Milano)

Originale presso l’Archivio di stato di Milano, Fondo Gabinetto di Prefettura, II Versamento, cartella 401

Insieme per sempre

Prima di morire Pierino e Carlo Venegoni hanno chiesto di essere sepolti insieme al fratello Mauro nel settore del cimitero di Legnano riservato ai Caduti partigiani. Il loro desiderio è stato esaudito. Le spoglie di Guido sono lì a due passi, accanto a quelle della moglie, della sorella Gina e dei genitori.

L'attività di Ada Buffulini a Bolzano

Uno dei messaggi scritti dall’interno del campo di Bolzano da Ada Buffulini, per lunghi mesi coordinatrice del comitato clandestino di resistenza. Ada, medico, era assegnata all’infermeria del Lager e godeva di una relativa libertà di movimento. Conosceva molto bene il tedesco, e questo le facilitava i rapporti con la gerarchia del campo.  Per mesi, dal settembre 1944 al gennaio 1945 ha organizzato dall’interno l’invio di viveri e indumenti agli internati più bisognosi (i pacchi di cui si parla anche in questo biglietto), specie in vista dei trasporti verso la Germania (“la partenza” cui si fa cenno all’inizio del messaggio).
Scoperta l’organizzazione i suoi componenti più in vista furono richiusi nelle “celle”, il carcere del Lager, in vista della deportazione in Germania. I bombardamenti alleati sulla linea del Brennero interruppero però i collegamenti ferroviari col nord, e Ada restò nelle famigerate celle fino alla liquidazione del Lager, tra la fine di aprile e i primi di maggio del 1945.

I messaggi di Ada erano indirizzati a Ferdinando Visco Gilardi (nome “di battaglia”: Giacomo), che dall’esterno coordinava l’attività di assistenza. Visco Gilardi fu a sua volta arrestato, torturato e rinchiuso nelle celle. Ma aveva nascosto in luogo sicuro i biglietti ricevuti da Ada, da Laura Conti e dagli altri coraggiosi animatori del comitato clandestino. In questo modo questa straordinaria corrispondenza è giunta fino a noi.Scoperta l’organizzazione i suoi componenti più in vista furono richiusi nelle “celle”, il carcere del Lager, in vista della deportazione in Germania. I bombardamenti alleati sulla linea del Brennero interruppero però i collegamenti ferroviari col nord, e Ada restò nelle famigerate celle fino alla liquidazione del Lager, tra la fine di aprile e i primi di maggio del 1945.

La fuga dal Lager di Bolzano

Anche dall’interno del campo di Bolzano, Carlo riesce a mantenere i collegamenti con il suo gruppo, a Legnano, attraverso un fitto scambio di biglietti affidati a deportati che andavano a lavorare all’esterno. Costoro, con grandissimo rischio personale, eludendo la sorveglianza delle SS, consegnavano i biglietti clandestini a lavoratori liberi, e questi infine li recapitavano a chi di dovere. Grazie a questi contatti Carlo organizza in poche settimane la propria fuga.
Il piano è apparentemente semplicissimo. Ma in caso di fallimento, come molti drammatici episodi hanno dimostrato, la pena è la tortura e la morte per mano degli aguzzini del Lager.

Il 25 di ottobre falsi agenti si presentano al campo di Bolzano, con un ordine di trasferimento per il detenuto Carlo Venegoni. I documenti sembrano in ordine, e le SS rilasciano il prigioniero. Una macchina attende a poca distanza: la fuga è riuscita, in poche ore Carlo è di nuovo a Milano. Del tentativo ovviamente nessuno era stato in precedenza messo al corrente. Nemmeno Ada, che scrive a Visco Gilardi un biglietto in cui dimostra di avere sostanzialmente compreso quanto è avvenuto. I due non si rivedranno che il 25 settembre 1945, diversi mesi dopo la fine della guerra. Il biglietto clandestino scritto da Ada a Visco Gilardi è importante da molteplici punti di vista. Intanto dimostra la efficienza del sistema di comunicazione da dentro a fuori il campo (e viceversa) organizzato dalla Resistenza a Bolzano: i messaggi nelle due direzioni sono quasi quotidiani. In secondo luogo testimonia dello sforzo immane che l’organizzazione clandestina fa per fornire di soldi (5M sta evidentemente per 5.000 lire di allora, il 1944!), di abiti e alimenti (i pacchi menzionati alla fine) i deportati che rischiavano ogni giorno di partire per la Germania. Infine perché conferma che Ada, futura moglie di Carlo, del tentativo di fuga non sapeva alcunché. Il che non le impedì di comprendere quanto era davvero avvenuto, e cioè che Carlo aveva organizzato la fuga con la propria organizzazione (“Certi suoi amici”, scrive Ada).

Un legnanese a Messina

La foto segnaletica di Mauro, scattata nei locali della Questura al momento dell’arresto, mostra un giovane precocemente invecchiato. Mauro dimostra più dei suoi 29 anni scarsi. Le privazioni, il durissimo lavoro, la lunga clandestinità lo hanno logorato.

ALL’UFFICIO DI PUBBLICA SICUREZZA DI LEGNANO

In esito al foglio sopradistinto comunicasi che l’individuo in oggetto risulta di buona condotta morale. Non così può dirsi per la condotta politica, in quanto risulta uno dei più ferventi comunisti di Legnano, e tale sua idea tuttora ostinatamente e apertamente professa.
Occultamente svolge attiva propaganda sovversiva fra i suoi compagni di fede. È individuo molto scaltro, sfugge sempre alla sorveglianza degli Agenti della forza pubblica ed alle responsabilità penali in virtù soltanto della sufficiente scaltrezza di cui è dotato.
È nemico acerrimo del Regime e del Governo Fascista, contro il quale esercita una intensa propaganda.
Di mestiere lattoniere potrebbe lavorare a Legnano, magari anche per proprio conto, ma preferisce emigrare e lavorare in grandi stabilimenti ove, essendo meno vigilato – perché poco conosciuto alla Polizia – può svolgere intensa propaganda fra la numerosa massa operaia.
È politicamente individuo veramente pericoloso all’Ordine Nazionale, e quindi si esprime parere favorevole affinché venga assegnato al confino, giusta il disposto dell’Articolo 184 della nuova legge di Pubblica Sicurezza.
IL TENENTE
COMANDANTE DELLA TENENZA

(Amisano Giuseppe)

 

Visco Gilardi sarà infine scoperto nel dicembre 1944, torturato dalle SS e rinchiuso egli stesso nel campo. Il suo posto sarà preso però subito da Franca Turra*, che sotto il nome di copertura di “Anita” tirerà le fila del lavoro di un gruppo di coraggiosi che proseguirà il lavoro di assistenza ai deportati fino alla liberazione del Lager. Ada trascorrerà gli ultimi mesi della guerra nelle celle, le orribili prigioni del Lager, dove ogni notte sfogavano i loro istinti sadici le due famigerate SS ucraine, Michael Seifert e Otto Sein. Carlo, invece, già alla fine di ottobre del 1944 riesce a organizzare la propria fuga e a tornare a Milano.

La resistenza nel Lager di Bolzano

Carlo e Ada si impegnano immediatamente in una attività clandestina di resistenza: nel comitato lei rappresenta il PSI e lui il PCI. Con loro ci sono anche il rappresentante cattolico e quello liberale, come nel CLN. Attraverso un fitto scambio di corrispondenza, gestito a rischio della vita da un nutrito gruppo di persone, l’organizzazione clandestina interna tiene i collegamenti con Ferdinando Visco Gilardi, che coordina l’attività di assistenza da fuori su incarico del CLN di Milano.

Il libro matricola di San Vittore

Il libro matricola di San Vittore, conservato in originale all’Archivio di Stato di Milano, spiega passo passo il tragitto – davvero brevissimo – che un detenuto politico italiano compiva dall’arresto ad opera delle autorità repubblichine alla partenza per i Lager nazisti. Carlo, si legge, è stato arrestato a Milano il 28 agosto ’44 e fino al 3 settembre è stato trattenuto dall’UPI – l’Ufficio Politico Investigativo. Il 3 settembre è entrato a San Vittore e immatricolato col numero 5627.  Il 6 settembre, “in seguito a un ordine del Comando Tedesco” è trasferito a disposizione della Gestapo nel reparto tedesco. Basta, i repubblichini avevano esaurito il loro compito, e da quel punto in avanti si disinteressavano del detenuto.

"Acerrimo nemico del Regime" (Originale all'Archivio di Stato di Milano)

(Originale all'Archivio di Stato di Milano)

LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI REALI DI MILANO

Risposto al foglio N° 239 dell’11 Dicembre 1926
Oggetto: Mauro Venegoni di Paolo e di Stefanetti Angela

 

ALL’UFFICIO DI PUBBLICA SICUREZZA DI LEGNANO

In esito al foglio sopradistinto comunicasi che l’individuo in oggetto risulta di buona condotta morale. Non così può dirsi per la condotta politica, in quanto risulta uno dei più ferventi comunisti di Legnano, e tale sua idea tuttora ostinatamente e apertamente professa.
Occultamente svolge attiva propaganda sovversiva fra i suoi compagni di fede. È individuo molto scaltro, sfugge sempre alla sorveglianza degli Agenti della forza pubblica ed alle responsabilità penali in virtù soltanto della sufficiente scaltrezza di cui è dotato.
È nemico acerrimo del Regime e del Governo Fascista, contro il quale esercita una intensa propaganda.
Di mestiere lattoniere potrebbe lavorare a Legnano, magari anche per proprio conto, ma preferisce emigrare e lavorare in grandi stabilimenti ove, essendo meno vigilato – perché poco conosciuto alla Polizia – può svolgere intensa propaganda fra la numerosa massa operaia.
È politicamente individuo veramente pericoloso all’Ordine Nazionale, e quindi si esprime parere favorevole affinché venga assegnato al confino, giusta il disposto dell’Articolo 184 della nuova legge di Pubblica Sicurezza.
IL TENENTE
COMANDANTE DELLA TENENZA

(Amisano Giuseppe)

 

Il giorno del matrimonio tra Ada e Carlo

Per 5 anni, dal 1943 e il 1947, Ada Buffulini ha tenuto un diario quotidiano. Questo diario è oggi un documento straordinario che testimonia di una passione senza limiti, che conduce Ada prima a impegnarsi in numerosissime attività politiche e culturali, poi a entrare in clandestinità per lavorare a tempo pieno per la Resistenza fino all’arresto, il 4 luglio 1944, in una casa milanese, e alla deportazione nel campo di Bolzano. Liberata alla fine della guerra, Ada riprende l’attività professionale di medico e il suo lavoro politico. E’ un impegno che non lascia spazio a null’altro, neppure a un minimo di vita privata. Il diario registra gli avvenimenti del 4 luglio 1946, giorno del matrimonio tra Ada e Carlo a Legnano: è un giorno praticamente come gli altri, con la giornata scandita da una serie di impegni politici, fino a notte.
Il particolare del diario di Ada Buffulini, con le annotazioni del 4 luglio 1946: tra una riunione e l’altra, anche il giorno del matrimonio è quasi un giorno come tutti gli altri. “Giovedì 4 luglio 1946 – Ore 8,30 matrimonio a Legnano. Ritorno subito a Milano; pranzo rist. da sola; pom. da Lisli (esponente socialista,  moglie di Lelio Basso, NdR) poi in federazione; cena in latteria; sera assemblea Porta Vittoria; notte a casa con Carlo”.

Il giorno dell'arresto di Ada

Il 4 luglio 1944 Ada Buffulini andò in casa di Maria Arata per un incontro con un gruppo di giovani desiderosi di conoscere l’organizzazione e le idee del Partito socialista clandestino. Una riunione a rischio, con giovani di cui non si sapeva molto. Ma non si potevano deludere le aspettative di un gruppo che avrebbe potuto in seguito dare un contributo importante al partito in un momento tanto delicato. Ada si presentò all’appuntamento, che si rivelò fatale: qualcuno aveva parlato troppo, o una spia aveva lavorato bene. Fatto sta che l’intero gruppo fu arrestato e condotto a San Vittore. Nel libro matricola di San Vittore (il cui originale è conservato all’Archivio di stato di Milano) c’è la scheda di Ada, da lei controfirmata. Ada è “isolata”, a disposizione dell’Ufficio Investigativo. La scheda successiva, di cui si vedono solo le prime righe, è quella di Maria Arata.

1940: Campo di concentramento di Colfiorito

Carlo Venegoni (il primo da sinistra) nel campo di concentramento di Colfiorito (PG) nel settembre 1940, insieme a altri 8 detenuti. Si riconoscono, da sinistra a destra, in piedi: Carlo Venegoni, Lelio Basso, Dario Fieramonte, Ugo Fedeli, Tarcisio Robbiati. Eugenio Musolino; in basso: Agostino Fumagalli, Luigi Meregalli e Vito Bellaveduta. Attorno a questa fotografia, ripresa dalla mostra dedicata ai 4 fratelli Venegoni, si è sviluppato il progetto delconvegno storico del 4 novembre 2003 a Foligno (PG). Gli atti di quel convegno sono ora pubblicati: Olga Lucchi (a cura di), Dall’internamento alla libertà, il campo di concentramento di Colfiorito, Editoriale Umbra/ISUC, Foligno 2004.