Carlo Venegoni
Mio padre
Nato a Legnano (Milano) il 7 maggio 1902 – morto a Milano il 21 febbraio 1983.
Entrato al Cotonificio Cantoni come operaio a dodici anni, a quindici è organizzatore insieme al fratello minore Mauro del locale circolo socialista. Assunto nel 1917 alla Franco Tosi, nel settembre del ’20 guida l’occupazione delle fabbriche nel Legnanese e viene licenziato per rappresaglia, mentre la Prefettura si occupa di lui anche con messaggi cifrati.
Comunista dalla scissione di Livorno, nel 1921, diventa segretario del partito a Legnano e poi capozona per l’Alto Milanese. Inserito nel 1924, su indicazione dello stesso Gramsci, nella delegazione italiana al V Congresso dell’Internazionale comunista a Mosca, prende posizione a favore di Trozkij insieme a Ruggero Grieco e alla sinistra del partito.
Nelle discussioni preparatorie il Congresso di Lione, al fine di ottenere una maggiore democratizzazione del dibattito interno, con Luigi Repossi, Onorato Damen, Bruno Fortichiari e altri dà vita al Comitato d’intesa della sinistra, poi scioltosi sotto le accuse di attività frazionista e la minaccia di espulsione dei suoi aderenti dal partito.
La voce di Carlo Venegoni
(Breve brano tratto da una lunga intervistaconcessa nel 1980 a Luigi Borgomaneri)
La clandestinità e la condanna
Eletto insieme a Bordiga nel nuovo Comitato centrale (1926), passato alla clandestinità dopo le leggi eccezionali, viene incaricato di ricostituire la Confederazione generale del lavoro e poi inviato a Genova e a Torino, città nella quale è arrestato per una spiata dopo pochi mesi, nel luglio 1927.
Condannato dal Tribunale speciale a dieci anni di reclusione, ne trascorre sette nelle carceri di Volterra, Alessandria e Portolongone, buona parte dei quali in segregazione per la sua fiera e continua opposizione antifascista. Amnistiato il 1° luglio 1934 e sottoposto a tre anni di libertà vigilata e a due di ammonizione, nel giugno 1940 viene internato nel campo di Colfiorito (Perugia) e poi, causa la tubercolosi contratta in carcere, nel sanatorio di Vialba (Milano) e quindi in quello di Legnano, da dove si allontana il 25 luglio 1943 dedicandosi alla riorganizzazione del movimento comunista della Valle Olona.
I gruppi armati
Organizzatore, con Mauro, dei primi gruppi armati, dai quali si sviluppa il più agguerrito sappismo di tutto il Milanese, sulle pagine del giornale clandestino Il Lavoratore oppone alla politica di unità nazionale del Pci la necessità di un netto antifascismo di classe chiedendo un ampio dibattito interno.
Schiacciati tra le strumentalizzazioni della stampa fascista e pesantemente combattuti dalla dirigenza comunista, i Venegoni e il loro gruppo sospendono nel giugno 1944 la pubblicazione de Il Lavoratore e rientrano (con l’eccezione di Mauro) a pieno titolo nel Pci con tutta la loro ramificata organizzazione.
L'arresto e l'evasione
Arrestato il 28 agosto di quell’anno nella tipografia dove stava preparando un numero dell’Unità clandestina, è deportato nel lager di Bolzano (numero di matricola 3906) dove conosce il rappresentante del Psi nel comitato clandestino di resistenza, Ada Buffulini, poi divenuta sua moglie (a destra in un’immagine dell’aprile 1946). Evaso dal campo di Bolzano alla fine di ottobre, Carlo viene trasferito a Genova dove dirige fino all’insurrezione le Brigate Garibaldi Sap della zona centro.