I fratelli Venegoni sono stati duramente perseguitati dal regime fascista a causa delle loro intransigente difesa delle proprie idee di libertà e di emancipazione dei lavoratori. I tre fratelli più grandi – Guido, nato nel ’19, era un bambino e poi un ragazzo negli anni del regime – furono a più riprese arrestati, deferiti al Tribunale Speciale, condannati a lunghe pene detentive e costretti in un regime di rigida sorveglianza speciale, che di fatto rappresentava una sorta di arresti domiciliari.
Bande squadristiche li presero di mira più volte, aggredendoli vigliaccamente in gruppo a manganellate, e costringendoli più di una volta al ricovero in ospedale. Soprattutto Mauro, di carattere indomito, divenne il bersaglio preferito di una autentica caccia all’uomo, che lo costrinse alla fine degli anni Venti a cercare rifugio in Francia.
L'arresto di Carlo
Carlo fu arrestato a Torino nel 1927 mentre cercava di ricostituire la locale Camera del Lavoro. Contemporaneamente Mauro e Pierino furono arrestati a Legnano nel quadro di una inchiesta sul gruppo comunista dell’Alto Milanese. Il primo fu condannato a 10 anni di carcere dal Tribunale Speciale; gli altri invece quella volta furono assolti, ma solo dopo 15 mesi di detenzione preventiva.