Le passioni del dopoguerra
Archiviata la durissima parentesi della dittatura fascista e della guerra, i fratelli Carlo, Pierino e Guido si buttarono nell’attività politica, assumendo impegni di rilievo, ciascuno nel proprio ambito.
Pierino tornò in fabbrica, come operaio all’Unione Manifatture, prima di mettersi in proprio, come gestore di un bar. Fino alla scomparsa, avvenuta nel 1965, a soli 58 anni, rimase a Legnano, responsabile della locale sezione dell’ANPI (l’Associazione dei partigiani) intitolata al fratello Mauro.
Carlo e il fratello minore Guido, di 17 anni più giovane, ripartirono dal sindacato, avviando una lunga carriera nella CGIL e nelle istituzioni, Carlo fu nel ’45 primo segretario responsabile della neonata Camera del Lavoro di Genova. Poi lavorò all’ufficio di organizzazione della CGIL, al fianco di Giuseppe Di Vittorio. Quindi tornò a Milano, concludendo l’eccezionale percorso che lo portò negli anni ad assumere la responsabilità di tutte e tre le capitali del “triangolo industriale”: Torino (1927), Genova (1945) e Milano (dal 1955 al 1958). Fu consigliere comunale a Legnano e poi a Milano, e deputato per tre legislature, restando fino alla morte (1983) nel Comitato federale del PCI milanese e negli organismi dirigenti dell’ANPI e dell’ANPPIA (l’Associazione dei perseguitati politici antifascisti).
Guido partì da Legnano, primo segretario della Camera del Lavoro nel ’45, per assumere in seguito incarichi di rilievo nel sindacato dei tessili CGIL, e divenire quindi segretario responsabile delle Camere del Lavoro di Bergamo, Vicenza e Milano, per poi essere a sua volta eletto deputato alla Camera per tre legislature.