Le prove della Resistenza
I fratelli Venegoni sono stati duramente perseguitati dal regime fascista a causa delle loro intransigente difesa delle proprie idee di libertà e di emancipazione dei lavoratori. I tre fratelli più grandi – Guido, nato nel ’19, era un bambino e poi un ragazzo negli anni del regime – furono a più riprese arrestati, deferiti al Tribunale Speciale, condannati a lunghe pene detentive e costretti in un regime di rigida sorveglianza speciale, che di fatto rappresentava una sorta di arresti domiciliari.
Bande squadristiche li presero di mira più volte, aggredendoli vigliaccamente in gruppo a manganellate, e costringendoli più di una volta al ricovero in ospedale. Soprattutto Mauro, di carattere indomito, divenne il bersaglio preferito di una autentica caccia all’uomo, che lo costrinse alla fine degli anni Venti a cercare rifugio in Francia.
Carlo fu arrestato a Torino nel 1927 mentre cercava di ricostituire la locale Camera del Lavoro. Contemporaneamente Mauro e Pierino furono arrestati a Legnano nel quadro di una inchiesta sul gruppo comunista dell’Alto Milanese.e
Il primo fu condannato a 10 anni di carcere dal Tribunale Speciale; gli altri invece quella volta furono assolti, ma solo dopo 15 mesi di detenzione preventiva.
Carlo, Pierino e Guido furono a loro volta arrestati, torturati e deportati prima di poter sfilare da vincitori alla testa del grande corteo della Liberazione (nella foto qui a fianco) che attraversò le vie di Legnano ai primi di maggio del 1945.
Quel giorno Carlo tenne un affollatissimo comizio – il primo dopo la liberazione – in piazza San Magno. era appena arrivato da Genova, dove aveva diretto importanti reparti partigiani nell’insurrezione vittoriosa. E Pierino era appena giunto dalla Germania, dove era stato deportato dopo aver passato 10 giorni nelle mani della famigerata Muti, in via Rovello a Milano.
Già il 9 settembre – appena giunta notizia dell’armistizio e della fuga della monarchia, che spianava la strada all’occupazione tedesca – Carlo tenne un affollatissimo comizio in un reparto della Franco Tosi, la maggiore impresa di Legnano, indicando agli operai la strada della resistenza armata contro il fascismo e gli invasori tedeschi. Anche per l’impulso dell’iniziativa dei fratelli Venegoni l’Alto Milanese fu una delle zone nelle quali repubblichini e nazisti ebbero più vita dura.