Le radici
Carlo Venegoni e Ada Buffulini
I miei genitori si sono conosciuti in un campo di concentramento nazista, quello di Bolzano. O meglio, pare che fossero stati caricati sulla stessa corriera dell’Azienda dei trasporti milanese che dal cortile del carcere di San Vittore li avrebbe portati là. Era l’alba del 7 settembre 1944; lui aveva 42 anni, era un operaio con la quinta elementare, lei ne aveva dieci di meno ed era laureata in Medicina.
I due non avrebbero potuto essere più diversi, per estrazione sociale, per cultura, per orientamento politico (lei era socialista, lui comunista, figurarsi!), per interessi e passatempi. Ma lavorando gomito a gomito in un comitato clandestino di resistenza nel Lager, sotto gli occhi, si potrebbe dire, delle SS, maturarono un rispetto reciproco che non li abbandonò più per il resto della vita.
Anche altri componenti delle due famiglie hanno una biografia interessante.
Carlo Venegoni e i suoi fratelli
Mio padre
Nato a Legnano (Milano) il 7 maggio 1902 – morto a Milano il 21 febbraio 1983. Entrato al Cotonificio Cantoni come operaio a dodici anni, a quindici è organizzatore del locale circolo socialista. Dirigente politico e sindacale partigiano, deportato, nel dopoguerra deputato comunista.
Volontà sotto un sorrriso
Medaglia d’oro al VM
Nato a Legnano il 4 ottobre 1903, è stato ucciso dalle camicie nere a Busto Arsizio (Varese) il 31 ottobre 1944. Dirigente comunista, condannato dal Tribunale Speciale fascista
Alla sua memoria è stata assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Il più giovane
Nato a Legnano il 16 luglio 1908, morto a Legnano il 6 novembre 1975. Di 17 anni più giovane di Carlo, il più giovane dei fratelli Venegoni trascorre l’infanzia a Legnano negli anni durissimi dell’affermazione del regime, mentre i fratelli sono in carcere, e la famiglia è sottoposta a una severissima vigilanza.
Ada Buffulini
Le lotte di Ada, medico e deportata politica
Il 4 luglio 1944 Ada Buffulini andò in casa di Maria Arata per un incontro con un gruppo di giovani desiderosi di conoscere l’organizzazione e le idee del Partito socialista clandestino. Una riunione a rischio, con giovani di cui non si sapeva molto. Ma non si potevano deludere le aspettative di un gruppo che avrebbe potuto in seguito dare un contributo importante al partito in un momento tanto delicato. Ada si presentò all’appuntamento, che si rivelò fatale: qualcuno aveva parlato troppo, o una spia aveva lavorato bene. Fatto sta che l’intero gruppo fu arrestato e condotto a San Vittore.