A un certo punto, l’altra mattina, la radio ha trasmesso Todo cambia, la canzone tratta da una poesia dell’esule politico cileno Julio Numhauser.
Preso – come dire – alla sprovvista mi sono sentito travolgere dall’emozione. Todo cambia, canta Mercedes Sosa, e tu ti trovi a pensare che sì, insperabilmente forse adesso cambia tutto davvero. Avevamo persino dimenticato il profumo di questa speranza in questi lunghi anni neri, nella morta gora della corruzione, della esibita compravendita di coloro che dovrebbero essere i rappresentanti del popolo, delle oscenità pubbliche e private del presidente del Consiglio, delle volgarità televisive, del servilismo diffuso.
Todo cambia, dice la canzone, e tu come la madre di Ungaretti ti accorgi all’improvviso di avere atteso tanto questo momento.
Mai negli anni recenti un uomo solo e un solo appuntamento sono stati caricati di tanta diffusa attesa. Loro, gli altri, lo avvertono, e tornano ad alzare la voce e cercano di fermare il cambiamento con l’arma del ricatto: se vince Pisapia zingaropoli, moschee, tasse, centri sociali, guerra civile. E non capiscono che è proprio a questa logica violenta e ricattatoria che si rivolta oggi Milano.
Mi piace pensare che Pisapia adotti la canzone resa celebre da Mercedes Sosa, e che la piazza di Milano, alla vigilia del voto, alla festa finale, sia chiamata a ribadire in coro che ora davvero Todo cambia, dando voce e forza alla speranza.
Un commento
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Siamo con te nella speranza del “todo cambia” della Sosa e che da Milano, simbolo ventennale di vergogna, inciviltà, sub-cultura e acquiescenza irrazionale all’ amorale, immorale e barbaro berlusconismo possa rinascere, anche timidamente, un paese democratico, civile, colto, razionale ed eticamente morale. Tutti devono votare Pisapia, proprio tutti e senza alcun timore. Ne và del nostro futuro!